Il linguaggio è uno strumento potente, che va usato con accortezza e consapevolezza. Non solo trasmette informazioni, ma modella anche la percezione della realtà e ha un impatto sulle persone. Negli ultimi anni, il concetto di linguaggio inclusivo è diventato sempre più rilevante, non solo nei contesti sociali e culturali, ma anche nel mondo del lavoro e della comunicazione aziendale. Ma cosa significa davvero usare un linguaggio inclusivo? Scopriamolo nell’articolo…
Le persone al centro
Le parole, proprio come le nostre azioni, hanno il potere sia di valorizzare che di ferire e discriminare le persone. Dimostrare rispetto verso gli altri implica quindi anche prestare attenzione a come ci esprimiamo e adottare un linguaggio inclusivo significa riconoscere e celebrare le diversità di ciascuna persona.
Diventare consapevoli del nostro modo di comunicare quotidiano e dei pregiudizi linguistici che utilizziamo, spesso senza accorgercene, è un esercizio di empatia che promuove l’inclusione.
Parole che uniscono: esempi sul posto di lavoro
Per favorire diversità e inclusione in azienda, è essenziale mettere al centro le persone, trattando ciascun individuo come tale, al di là delle sue caratteristiche (disabilità, età, genere, etnia, orientamento sessuale, ecc.).
Fin dalla fase iniziale di selezione del personale, ad esempio, è importante garantire che gli annunci di lavoro utilizzino un linguaggio neutro, evitando riferimenti superflui al genere o ad altre qualità personali, e porre attenzione a non fare domande inappropriate durante i colloqui.
Nella comunicazione quotidiana con i colleghi, è opportuno preferire termini inclusivi, evitando espressioni e stereotipi che potrebbero risultare esclusivi o offensivi. Quando si discute di disabilità, è fondamentale evitare frasi che possano suggerire un senso di vittimismo o che implichino che ci sia una “normalità” a cui contrapporsi. Se non si è certi su quale terminologia utilizzare, è sempre meglio chiedere direttamente alla persona coinvolta, evitando supposizioni errate. È cruciale anche rispettare le disabilità psicologiche, evitando di utilizzare impropriamente termini che fanno riferimento alla salute mentale. Infine, è importante ricordare che il linguaggio evolve e cambia continuamente, arricchendosi di nuovi termini e significati; parole e frasi che un tempo erano comuni possono acquisire col tempo connotazioni negative.
La chiave è affrontare queste trasformazioni con disponibilità e impegno, riconoscendo che questo processo apporta valore sia a noi stessi che agli altri.
Passi in avanti verso un mondo più equo
L’uso di un linguaggio inclusivo contribuisce a rendere le persone migliori, il che si traduce nella costituzione di aziende migliori. Negli ultimi anni, questa consapevolezza si è diffusa: un numero crescente di aziende che stanno implementando politiche di diversità e inclusione e anche diverse istituzioni, come l’Agenzia delle Entrate e il Miur, hanno già avviato l’adozione di linee guida per promuovere un linguaggio inclusivo.
Unitevi all’impegno di OMSIC per promuovere una cultura di diversità e inclusione: insieme, realizzare un cambiamento culturale è possibile!